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Viola ama il Blu ma dovrebbe amare il Rosa perché è femmina, ama giocare a calcio, ama correre fortissimo in bicicletta, ama arrampicarsi sugli alberi, ma dovrebbe amare giocare con la bambole perché è femmina, ma sopratutto ama capire il mondo che la circonda, il significato delle cose che i “grandi” dicono, e si fa tante domande: Chissà perché i peschi hanno un nome da maschi ma fanno i fiori Rosa.

Viola questa cosa dei colori e dei nomi, delle “cose da maschi” e “delle cosa da femmina” non l’ha mai capita bene e così un venerdì pomeriggio di maggio decide di chiedere al suo papà che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende.

Ha in questo modo inizio una chiacchierata tra padre e figlia, attraverso la quale Matteo Bussola affronta, con apparente semplicità il tema degli strereotipi di genere: “Papà ma perché il Rosa dev’essere per forza il colore delle femmine e il Blu dev’essere quello dei maschi?”.

Racconta della condizione della donna nel corso dei secoli: “Papà ma perché le femmine si facevano dire dai maschi come dovevano essere?“.

Parla della mancanza di libertà che per tanto tempo ha caratterizzato la vita delle donne: i maschi si sono convinti di esserei padroni delle femmine e hanno cominciato a proibire alle femmine sempre più cose.

L’autore affronta anche ciò che è “proibito” ai maschi: piangere perché è da femminucce, occuparsi un figlio perché se lo fai sei un “mammo”, mostrare le proprie fragilità, perché sono cose da femmina.

Viola ascolta tutto con attenzione e ad ogni risposta aggiunge le sue riflessioni e ancora domande, alla fine della giornata non solo lei ha imparato tante cose, ma anche il papà: “quando la mamma torna tardi e tu hai preparato la cena per lei, la mamma ti dice sempre grazie. Tu invece quando la mamma fa le lavatrici o si mette lì a stirare, grazie non glielo dici mai. Anche questo è uno stereotipo? “. Il papà spalanca gli occhi e le risponde di SI.

Un libro per ragazzi e ragazze ma la cui lettura è consigliata anche ad adulti.

Per riflettere e lavorare insieme sull’impatto che hanno gli stereotipi di genere sulle nostre vite.