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Il testo che oggi proponiamo all’attenzione di tutte e tutti è il saggio della Dott.ssa Maria Giuseppina Pacilli dal titolo “Uomini duri. Il lato oscuro della mascolinità” edito da Il Mulino. In questo libro, l’autrice, docente di Psicologia Sociale all’Università di Perugia, ci guida in un percorso di consapevolezza socio-culturale a proposito delle motivazioni che conducono gli uomini ad alimentare quella che lei chiama la “parte oscura della mascolinità”, frutto di anni di interiorizzazione degli stereotipi di genere e dettami del patriarcato

Pacilli differenzia la mascolinità invisibile da quella precaria: la prima è quella che permette di mettere in atto il potere degli uomini sulle donne e sugli altri uomini mentre quella precaria è dettata dal mancato marker biologico negli uomini (a differenza delle donne che hanno il menarca) come passaggio ad una maturità sociale.

Di particolare interesse è il terzo capitolo “Mai perdere l’occasione di fare sesso” che affronta il tema della costante dimensione performativa a cui la mascolinità deve “sottostare”, al punto tale che l’autrice individua i seguenti mandati che la caratterizzano: il mandato dell’eterosessualità, della compulsività, della prodezza, della dominazione e dell’antifemminilità.

Inoltre un tema di particolare rilevanza è il cosiddetto “stoicismo emotivo”. Con questo termine si intende la difficoltà a leggere ed esternare i propri sentimenti e a dare sempre prova di sé come dell’uomo che non deve chiedere mai. Questo è il prezzo del patriarcato: un sovraccarico mentale ed emotivo che può condurre gli uomini ad allontanarsi dal proprio vero Sé, alimentando un’immagine non autentica ma che vuole solo adeguarsi a quei canoni imposti socialmente. A tal proposito scrive l’autrice:

In assenza di una prova ufficiale a dimostrazione della propria mascolinità, le prove a cui sottoporsi diventano continue e potenzialmente infinite. La mascolinità è infatti sancita principalmente per via sociale e per questo richiede continue dimostrazioni pubbliche di sé, come in un’infinita prova attoriale con tanto di pubblico pronto a dare un giudizio. Non solo la mascolinità è qualcosa che si raggiunge con difficoltà: essa è sempre in bilico, si smarrisce con facilità, è temporanea, non è data una volta per tutte e per questo richiede continue dimostrazioni e prove di sé.

Un testo la cui lettura apre a punti di vista e considerazioni che aiutano meglio a comprendere le dinamiche che portano anche a generare violenza (in tutte le sue forme) e ci ricorda che la mascolinità può manifestarsi in modi diversi, superando ogni binarismo.