Il libro che consigliamo oggi è “Maschilità smascherata“, un saggio scritto a più mani, a cura di Marco Forlani ed edito da Prospero Editore. Questo testo nasce dall’esperienza di un gruppo di uomini a Milano nei primi anni Novanta che sentivano il bisogno di trovare uno spazio di comunicazione dove sentirsi liberi di esprimere vissuti ed emozioni. Il gruppo GNAM, che sta per Gruppo Nonviolento di Autocoscienza Maschile, è costituito da persone con percorsi di vita differenti ma accomunate dal criterio della nonviolenza. Sono uomini a cui non piace l’idea di dover aderire necessariamente al modello di maschilità dominante e si interrogano, si confrontano e condividono pensieri, esperienze e riflessioni sugli stereotipi maschili che sentono distanti e allo stesso tempo desiderano esplorare le possibili nuove forme della maschilità.
L’aspetto interessante di questo libro è che raccoglie le voci delle persone che fanno parte del gruppo e che esprimono le proprie riflessioni sui temi fondamentali nella costruzione della maschilità, anzi delle maschilità: patriarcato, omosessualità e omofobia, violenza maschile contro le donne. Una di queste voci a proposito della maschilità afferma:
Se devo dare una risposta dico che, in fondo in fondo, non lo so […] . Ti posso dire quello che sento nell’essere maschio in questa società. Sento che questa società, certe volte, pone determinati standard da raggiungere con i quali, spesso, non mi sento in accordo. Sento che c’è una determinazione culturale di ciò che è “maschile” e ciò che non lo è, e spesso mi sento in contraddizione con questo tipo di richieste, di implicito sociale.
Leggere questo ed altri punti di vista sui diversi temi, ci permette di comprendere davvero quanto sia importante e necessario creare contesti, luoghi di confronto e condivisione tra uomini, per imparare ad aprirsi, a leggersi emotivamente, scrollandosi di dosso stereotipi e standard culturali.
Il libro inoltre fornisce anche consigli e strumenti pratici su come creare un gruppo di autocoscienza maschile. Fondamentale è partire da se stessi e interrogarsi sui temi che verranno affrontati nel gruppo per poi iniziare con un ristretto numero di amici intimi e provare piano piano ad allargare ad altre persone sul proprio territorio.
Lavorare sulle radici culturali della violenza vuol dire partire anche da qui.
Buona lettura!