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Proviamo con questo video a esplorare meglio il cuore dell’attività del CAM ovvero: il gruppo esperienziale. Sono luca battaglia coordinatore e operatore cam del centro itinere a pescara. Questo luogo di incontro accoglie e prende in carico gli uomini che hanno usato violenza e vogliono intraprendere un cammino di consapevolezza sul proprio agito e provare a cambiare le dinamiche inter relazionali con gli altri ed in particolare le donne. Il nostro cam acronimo di centro di ascolto per uomini maltrattanti, propone come cuore dell’attività il percorso psicoeducativo e cultarale di gruppo. Gli uomini si incontrano a cadenza  settimanale e per durata di almeno un anno in via polacchi 19 a pescara ed esclusivamente rivolto agli uomini: sia essi sottoposti a misure riabilitanti del codice rosso, a quelli inviati dai servizi territoriali o agli spontanei.

Parliamo meglio e con più particolari del percorso di gruppo. È un momento di condivisione spontanea supportato e condotto da almeno un operatore e una operatrice. La condizione di avere una conduzione eterogenea è mirata alla possibilità di potersi confrontare e avere più punti vista e la diversità proposta nelle argomentazioni e temi è voluta per offrire spunti dì riflessione sul etero normatività, la differenza e violenza di genere, forme di maschilismo e accesso alla violenza come scelta di dominio o controllo. Lasciamo esporre ed esplorare temi legati alla sessualità, alle convinzioni e retaggi patriarcali, alla genitorialità, alla tendenza maschile di avere “diritti naturali” tenendo conto delle sensibilità e fragilità di tutti. Noi operatori ci mettiamo in gioco in prima persona e in maniera orizzontale visto che le idee e i comportamenti alla base della violenza ci coinvolgono tutti in prima persona, nella nostra vita, nelle abitudini, nelle relazioni sociali, i figli, il lavoro etc.

La nostra scelta di valorizzare l’esperienza di gruppo è quella di permettere un confronto libero tra persone e esperienze diverse in modo da accogliere e permettere di partecipare secondo la propria modalità: dall’ascolto, alla proposta, accogliere e fare esperienza del vissuto altrui e rispecchiarsi nel mondo di altri uomini per osservare dinamiche altrimenti non visibili. Questo vulnus di apertura e condivisione nel tempo produce effetti positivi come l’interiorizzazione di concetti e conseguentemente comportamenti meno lesivi, giudicanti, distruttivi e violenti. a volte la consapevolezza di un agito deleterio per le proprie relazioni, muove negli uomini una maggiore attenzione. I benefici non sono solo per loro stessi ma anche per le donne spesso bersaglio della violenza e di tutti i soggetti fragili intorno al perpetrante quali: bambine e bambini, portatori di disabilità e  anziani.

Nel tempo qualche passo si muove nella direzione opposta alla negazione e alla banalizzazione dell’agito arrivando a condividere fatti e emozioni, paure e disagi e permettersi di aprire uno spiraglio verso un pensiero più ampio, consapevole, costruttivo e alternativo. Il nostro obiettivo non è cambiare gli uomini, utopico e difficile, bensì ridurre il rischio di recidiva e provare a far proprio la possibilità di una alternativa alla violenza.

a cura del Coordinatore del Centro Itinere Luca Battaglia