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Scritto nel 1949, Il secondo sesso di Simone De Beauvoir è uno dei testi fondamentali del movimento femminista. Nella settimana in cui ricorre l’anniversario della nascita dell’autrice suggeriamo la lettura di questo libro, primo studio sulla condizione femminile.

Il secondo sesso è un corposo testo che interroga diversi campi del sapere, dalla filosofia all’antropologia, dalla psicologia alla biologia per ricercare le cause dell’oppressione della donna. Grazie al femminismo della seconda ondata il libro riesce a diffondersi tra tutte le classi sociali e diventa una risorsa indispensabile per chiunque voglia avvicinarsi al pensiero femminista fino ai giorni nostri.

Donna non si nasce, lo si diventa” è la frase che definisce il posizionamento dell’autrice che si discosta fortemente dall’idea di un destino biologico che vuole donne (e uomini) aderenti a stereotipi e canoni dettati dall’appartenenza ad un genere.

A tal proposito scrive: Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna. Unicamente la mediazione altrui può assegnare a un individuo la parte di ciò che è Altro. In quanto creatura che esiste in sé, il bambino non arriverebbe mai a cogliersi come differenziazione sessuale. Tanto nelle femmine che nei maschi, il corpo è prima di tutto l’irradiarsi d’una soggettività, lo strumento indispensabile per conoscere il mondo: si conosce, si afferra l’universo con gli occhi e con le mani, non con gli organi sessuali.

Per Simone la cosiddetta “femminilità” non è un destino biologico ma una costruzione sociale e culturale. Questo concetto, spiegato ampiamente nel libro, ci riporta a quel lavoro di decostruzione degli stereotipi di genere che è alla base per una società più inclusiva.

Sono passati settant’anni da questa pubblicazione (in italiano è arrivato nel 1961) e tante cose sicuramente sono cambiate grazie ai movimenti femministi e alle loro conquiste civili ma il discorso non può certo considerarsi concluso. Il lavoro di cambiamento culturale è ancora lungo infatti permangono ad esempio la disparità salariale a parità di mansione, la considerazione della donna come possesso, causa anche di femminicidi.